Probabilmente, dopo il raggio, la vita era iniziata a sembrarmi troppo semplice.
Io e l’altra metà della mela decidiamo quindi di riprovarci e, quando sono quasi trascorsi 10 anni dalla prima gravidanza, rimango di nuovo incinta.
Felice, radiosa, anche se con qualche acciacco, e dopo una gravidanza tutto sommato tipica, a 41anni suonati sforno la bimba che ho sempre sognato.
Dopo essermi goduta ogni singolo istante della gravidanza, assisto ai suoi numerosi progressi mese per mese.
Trascorre così tutto il primo anno di vita e poi il secondo. A due anni e mezzo la cucciola improvvisamente smette di parlare e sembra dimenticare le poche paroline che pronunciava sino a quel momento. Sembra anche essere molto vivace, troppo, e non riuscire a fare un gioco strutturato come i suoi coetanei.
Saltando a piedi uniti il pediatra, che affermava che ero solo una madre troppo apprensiva, contatto la neuropsichiatra ASL che segue da anni il raggio.
In sintesi, dopo diverse valutazioni e visite in collaborazione anche con la logopedista ASL, viene fuori che la bambina non è pigra a livello di linguaggio, ma che sembra avere un disturbo del neurosviluppo.
A luglio 2020, su consiglio della neuropsichiatra, la monella viene sottoposta ad una risonanza magnetica cerebrale al Gaslini. E le cose si complicano perchè salta fuori una megalencefalia con disgiria più un’asimmetria degli emisferi cerebrali ed altre cosette…
Attualmente stiamo aspettando di essere convocati per gli esami genetici per dare un nome a quella che credo sarà una sindrome, che io chiamo l’innominata.
Stay tuned