Buone notizie

Primo giorno d’asilo

La monella adora l’asilo!

Nonostante le pochissime ore di sostegno (8, più 4 che è riuscito ad ottenere il difensore civico) il mio piccolo terremoto al mattino salta giù dall’auto, mi prende per mano (ma non sempre, perchè se piove cerca di saltare dentro a tutte le pozzanghere) e corre come un fulmine verso la porta d’entrata.

Ricordo ancora le scenate del raggio, alla stessa età, al mattino per entrare in sezione. Forse dipende anche dal fatto che ho vissuto il suo inserimento con ansia e 1000 paure. Non avevo forse del tutto accettato le problematiche legate alla malformazione del pargolo e temevo si notassero, avevo paura di venire indicati col dito da tutti gli altri genitori. Devo aver avuto tutto questo scritto in faccia perchè le maestre ci sguazzavano. Ogni singolo giorno, quando lo andavo a prendere, mi venivano elencate le litigate, i piccoli scontri ed ogni cosa normalissima che fanno i bambini con disabilità e anche neurotipici. Dieci anni fa però non avevo ancora chiara la percezione di cosa fosse patologico e cosa no. E ci stavo male.

La neuropsichiatra ASL ha finalmente aumentato l’urgenza della lista d’attesa per entrare in convenzione anche per le terapie della monella, a breve termineremo le sedute pagate privatamente ed inizieremo quelle ASL. Ho anche chiesto per la dote di cura per tentare qualche mese di ABA, sbattendo ovviamente contro il solito muro di gomma. In un primo tempo, sino a due mesi fa, secondo la dottoressa non era una situazione abbastanza grave avere due figli con disabilità psichica. Le ho spiegato che non sono certamente in sedia a rotelle o attaccati ad un respiratore, però la nostra vita si è comunque complicata un bel po’ dopo la seconda diagnosi.

Infine, altra buona notizia, sempre la neuropsichiatra ci ha fatto avere la fornitura dei pannolini ASL. Questa estate purtroppo non siamo riusciti a spannolinare la cucciola ed i costi dei pannolini cominciano ad essere rilevanti nel bilancio familiare.

Ora aspettiamo la chiamata dal Gaslini per i prossimi day hospital. Odio gli ospedali con tutto il cuore (spesso ricambiata) però voglio capire cosa hanno la monella ed il raggio.

Feste e spannolinamento terminato

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Grandissima novità!!!
Il raggio ha finalmente terminato il potty training cioè lo spannolinamento!!
Approfittando delle vacanze di Natale, anche se in realtà abbiamo continuato a lavorare ma meno freneticamente del solito, con mio marito abbiamo convinto il pargolo che la toilette non è un mostro che vuole sbranarlo ma un comodo accessorio casalingo dove fare ciò che deve essere fatto 😉
Vorrei sottolineare che sia il terapista che la neuropsichiatra infantile mi avevano sconsigliato (e fatto sconsigliare dalla maestra del nido, simpaticissima di cui ho già parlato qui , affermando che la mia belva quattrenne non sarebbe stato in grado di gestire lo stimolo) di insegnargli ad andare al bagno.
Quindi, carissimi, vi dedico un bel TIÈ sonoro!!
Oltretutto il raggio sembra che stia anche imparando a soffiarsi il naso, in anticipo quindi sui 6 anni d’età canonici.
Prima di rituffarmi nei impegni serrati post festività mi sto dedicando a cucinare torte, crepes e biscotti perché sfornare dolciumi mi rilassa anche se mia mamma e mio marito – diabetici da diversi anni – mi stanno pregando almeno di passare al salato convinti che stia cercando di assassinarli tramite i dolcini post prandiali 🙂
Tra un mese e mezzo ci sarà una presentazione ufficiale del nostro libro qui a Genova ma su questo vi aggiornerò magari più avanti quando avrò un pochino più di materiale da condividere.
Non ci crederete ma come al solito sto sognando di riuscire finalmente a scappare un paio di giorni a Barcellona con i due uomini della mia vita entro magari l’estate.
Lo so, sono una inguaribile ottimista!

Spannolinamento

(Traduzione: sono sopravvissuto allo spannolinamento, ma la mamma sta ancora recuperando)
Ok, parliamo di spannolinamento.
Premetto che da qualche mese ero in panico perché percepivo che la data per togliere il pannolino al raggio era ormai prossima se volevo tentare di farlo entro i suoi 3 anni, ma avevo un’ansia molto forte di non farcela.
Dopo i primi tentativi, di cui ho parlato qui, ora finalmente il mio pigrissimo principino ha deciso che vale la pena di usare il WC.
Non sono mai riuscita comunque a fargli utilizzare il vasino: siamo passati dal pannolino alla tazza, direttamente.
Siamo partiti in quarta, pur avendo il parere contrario delle educatrici del nido e del terapista.
Dopo i primi piccoli incidenti in cui il pargolo non ci avvisava  che gli scappava e noi sbagliavamo i ritmi per metterlo sul riduttore, ora siamo arrivati a fare la plin plin sul WC.
Per le cosine più “solide” dobbiamo lavorare ancora un pochino.
In compenso per il resto ci avvisa quando deve andare o quando invece  è sul punto di fare un laghetto all’ultimo minuto di resistenza.
Come ci siamo riusciti?
Ad un certo punto mi sono imposta di non farmi prendere dall’ansia: se non fosse riuscito ora, magari ci sarebbe arrivato quest’inverno o la prossima estate.
Pur non forzandolo a stare sul WC, con mio marito abbiamo sempre continuato a ripetergli con discrezione se volesse tentare di andare alla toilette.
Entrambi  abbiamo scelto dopo svariati acquisti infelici un riduttore imbottito, comodo, con le maniglie ai lati per far sentire il bimbo più stabile quando è seduto.
Nel mentre stiamo seduti accanto ai lui e non gli facciamo mai mancare libriccini e giochini vari.
Quando il raggio infine dice che ha finito, con mio marito iniziamo a lodarlo ed a sottolineare quanto sia bravo.
Certo: non è una passeggiata ma neanche così terribile, come credevo all’inizio!