Ogni volta che con mio marito ci prepariamo ad accompagnare la monella ad un controllo o ad una visita ci sentiamo ormai come se avessimo un gatto nero appeso alla schiena o più precisamente agganciato con le unghie alle pal…pebre e in cuor nostro sappiamo già che la giornata non si concluderà prima che ci venga rivelata qualche sorpresa, spesso negativa.
Tre giorni fa, dopo aver affidato il raggio ai nonni paterni, abbiamo accompagnato la cucciola in ospedale per sottoporla ad una risonanza magnetica cerebrale di cui parlavo qui .
Quando a fine giugno mi domandavo quale potesse essere il risultato, ci sono andata molto vicina con le ipotesi…
La monella non ha l’agenesia del corpo calloso, il ginecologo ed il pediatra non si sono allarmati come avrebbero dovuto ed infine la dottoressa che mi ha fatto la morfologica mi aveva caldamente consigliato una consulenza genetica, ma senza dirmi che ipotizzava che ci fossero problemi gravi. Così dopo il colloquio con la genetista, temendo di creare problemi alla gravidanza, con mio marito abbiamo lasciato perdere.
Il risultato è probabilmente una sindrome, che nei prossimi mesi dovremo definire tramite una serie di ulteriori controlli ed esami. Questa sindrome, che per ora chiamerò l’innominata, le provoca sintomi di tipo autistico.
Alla fine, sia io che la neuropsichiatra avevamo ragione entrambe: non è autistica, ma ha l’innominata che le provoca probabilmente sintomi simili.
Ora, mentre aspetto che l’ospedale ci chiami per proseguire con gli accertamenti, vado a chiudermi le tube con la colla a caldo 😉 e nel frattempo, a seconda dei giorni attraverso una miriade di fasi di accettazione aiutata, per fortuna, dall’amore che ho per la monella.