Si vede che ho tre (ormai quasi due) settimane di ferie, vero?
Di solito scrivo due o tre post al mese ed invece ora sono sempre qui nel blog!
In questi giorni mi è capitato di rileggere il testo dell’Angelus del Papa del 4 febbraio 2007 (una domenica, esattamente due giorni dopo che avevo ricevuto la diagnosi del raggio): eccolo qui .
Ricordo che ero davanti alla tv (essendo in gravidanza a rischio ne ho abusato in quel periodo) e quando il Papa ha detto in particolare:
“Mi unisco ai Vescovi italiani per rinnovare l’appello più volte lanciato anche dai miei venerati predecessori a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, affinché si mostrino accoglienti verso il grande e misterioso dono della vita. La vita, che è opera di Dio, non va negata ad alcuno, neppure al più piccolo e indifeso nascituro, tanto meno quando presenta gravi disabilità.”
allora ho pensato che fosse una coincidenza incredibile!
Voi credete nei segnali del destino? Personalmente io sì ed è da lì che è iniziata a maturare l’idea che il pargolo doveva vedere la luce.
Tenete conto che non sono minimamente praticante.
Ultimamente però sta maturando in me la consapevolezza che non viviamo in tempi troppo “teneri” per i disabili e che comunque si fa un gran parlare della famiglia, dei figli e di chi ha un qualche tipo di handicap, ma nei fatti è più facile interrompere la gravidanza che proseguire perché davanti ai problemi si viene spesso lasciati in balia di se stessi, per esempio:
- Quando una mamma riceve una diagnosi di possibile disabilità del figlio in fase prenatale quasi nessun ospedale ad oggi offre un servizio di sostegno psicologico.
- Nei libri sulla gravidanza non esiste un capitolo su “E se qualcosa va storto…”
- Avresti necessità di un neuropediatra (come nel nostro caso)? In tutta la città non ne ho beccato nemmeno uno con questa specializzazione. Al dottore di mio figlio ho dovuto spiegare io cosa è l’ACC e gli effetti che può causare. Rassicurante, eh?
- Devi richiedere l’invalidità o la 104? Chi ti spiega come si fa? Nessuno, se non chi come noi ci è già passato, persino a me alla ASL mi avevano barrato la casella per richiedere la 104 ma non l’altra per richiedere l’invalidità!
Questi sono solo alcuni degli esempi che mi vengono in mente, ma ce ne sono a bizzeffe.
E’ come se si volesse salvare l’apparenza di un mondo perfetto (almeno in apparenza) dove c’è posto solo a parole per chi non può vivere al 100%, ma in realtà tacitamente ci venga chiesto di stare nel nostro angolino.