Sono settimane che non aggiorno il blog, ma siamo tutti “reduci” in famiglia da 2 episodi di laringospasmo del bambino: uno molto brutto in cui abbiamo rischiato il ricovero in ospedale.
Il raggio va all’asilo da 4 settimane ormai: qualche giorno fa suo papà ed io ci siamo accorti che questo lasso di tempo è bastato per farlo conoscere a TUTTO l’asilo.
Da qualche giorno, quando il papy ed io andiamo a prenderlo le maestre ci aspettano sulla porta della classe e (ahinoi) ci snocciolano tutte le bravate del nostro caro pargoletto.
Prima di tutto, a nostra discolpa, c’è da dire che il raggio è uno dei pochi bimbi della sua sezione che dice “grazie, per favore, permesso, ti prego ecc…”, ma è anche uno dei più scatenati!
In quest’ultima settimana ha iniziato a scappare in corridoio ogni volta che le maestre si distraggono, di conseguenza ora viene “placcato” da tutte e 3 quando si avvicina alla porta che si affaccia sul corridoio per non farlo uscire di nascosto.
Altro episodio: quando i bambini sono un po’ tristi perché mancano loro i genitori, le educatrici fingono di chiamare il papà o la mamma al telefono e riferiscono ai bimbi che i genitori stanno arrivando a prenderli. Questo calma TUTTI i compagni del raggio, ma naturalmente non il raggio.
Giorni fa, dopo l’ennesimo “Papà ha detto che arriva”, il pargolo ha ordinato alla maestra: “Passamelo che ci voglio parlare”.
…
Panico.
Alla fine è stata costretta a chiamare suo marito e dirgli di fingere di essere il padre del suo alunno!!
Stupore generale per il fatto che è l’unico della sua classe che parla effettivamente al telefono.
Suo papà ed io gli stiamo trasmettendo senza volere (oppure sì?) la nostra fissazione per la tecnologia!
Ultimo episodio (per ora, per fortuna): il raggio a pranzo nella mensa.
La maestra : “Bambini facciamo un po’ di silenzio”.
Il raggio: “Sì, brava, comincia tu”.
Suo papà ed io dovremo lasciarlo in punizione sino alla maggiore età per convincerlo a comportarsi come un bambino bravo ed educato, ma – lasciatemelo dire – quando la maestra mi racconta queste scenette faccio la faccia costernata, ma in realtà rido sotto i baffi.
Lo so, lo so… non sarò mamma dell’anno 2011 (e neanche 2010, 2009, 2008, 2007 e via dicendo).