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E’ da un po’ che non aggiorno: da quando il raggio va regolarmente al nido le giornate sono diventate un susseguirsi di impegni.
La nostra giornata tipo è:
– sveglia alle 6.30
– alle 7.30 al massimo uscire di casa
– alle 8 e qualcosa arrivo al nido con fuga mia o del papy del raggio tra le sue urla ed i suoi pianti perché si rende conto che verrà lasciato lì
– corsa (il papy ha la vespa, beato lui!) a prendere l’autobus e finalmente alle 9 arrivo in ufficio
La mattinata scorre tranquilla al lavoro, ma verso l’una altre corse mi aspettano: la prima verso casa per pranzare, la seconda a riprendere la belvetta (a meno che mio marito, armandosi di buona volontà non decida di lasciarmi un paio d’ore per sistemare casa e scenda a prendere lui stesso il pargolo).
Per fortuna la scuola primaria è lontana e non ha ancora compiti da fare a casa!!
Il raggio inoltre ha preso dagli altri bimbi una tosse fortissima dopo appena due giorni di nido, così sono più i giorni sinora in cui non lo abbiamo portato di quelli in cui ha frequentato.
E’ innegabile che l’asilo, nonostante tutte le mie resistenze psicologiche, stia svegliando tantissimo il pargolo .
Vorrei poter scrivere che la sera mi rilasso, invece no: stendo tutte le tutine per il giorno dopo, piego quelle asciutte e preparo tutte le borse.
Insomma, quando la belvetta era a casa le giornate erano moooolto più semplici, ma credo si annoiasse con noi grandi fino a sera.
Che comodità l’asilo nido… Fine delle corse per affidare il pargolo al papà e correre in ufficio, fine dei tentativi di appiopparlo almeno una volta a settimana ai nonni e finalmente un po’ di tempo per le pulizie di casa, il parrucchiere, il poter guardare qualche vetrina tornando dal lavoro…
Sì, magari!
Da quando il raggio è al nido abbiamo già preso le più svariate forme di influenza in circolazione. Dopo due giorni con gli altri bimbi aveva già 38.5 di temperatura.
Vero è anche che stare con gli altri bambini lo sta (o dovrei dire lo stava, visto che ormai è più a casa con la febbre che in asilo) svegliando molto: addio ai capricci, al sentirsi “principino” ed a tutti i vizi che più o meno consapevolmente gli abbiamo dato noi genitori.
Una delle educatrici, che lo ha penso preso a cuore, cerca di farlo giocare e di inserirlo pian piano nel gruppo dei bimbi. L’autorità di questa maestra si riflette poi nel suo comportamento anche a casa: è talmente disciplinato che non sembra neanche nostro figlio!
Per ora però ci stiamo passando le influenze: il raggio a me, io a mio marito, mio marito al raggio… in loop… Quanto manca alla primavera?