Il pediatra si è finalmente arreso all’evidenza che dopo un mese di tosse sia di notte che di giorno il raggio aveva forse 😉 bisogno di un antibiotico.
Il pediatra si è finalmente arreso all’evidenza che dopo un mese di tosse sia di notte che di giorno il raggio aveva forse 😉 bisogno di un antibiotico.
Lunedì rientrerò al lavoro e mi sento già in colpa ora perché potrò dedicare meno tempo al raggio, quindi temo addio passeggiate mattutine ed “incursioni” al mercato a sbirciare per cercare qualche vestito, camicetta o top carino ma a buon prezzo.
Nei giorni scorsi mi è capitato di pensare a tutti i progressi che ha fatto e fa il mio bambolotto.
Ancora oggi, a distanza di 2 anni e mezzo dalla diagnosi, mi capita di fare comunque inconsciamente confronti coi bambini che hanno circa la sua età.
Ultimamente però mi sento più serena: in queste due settimane a casa ci sono stati addirittura dei giorni in cui posso dire di essere stata felice!
Era una sensazione che non provavo più dalla diagnosi, appunto.
Oggi, insieme a Roby, ricordavamo quando i medici ci hanno parlato dell’agenesia per la prima volta e noi, non solo non sapevamo assolutamente cosa fosse il corpo calloso mi vergogno a dirlo, ma non avevamo neanche capito il significato della parola agenesia!
La strada da percorrere per noi è ancora lunga ma ci sentiamo pronti o forse siamo solo incoscienti!
In questi anni “grazie” all’ ACC ho conosciuto persone che ci hanno aiutati, ascoltati e sostenuti e che nel periodo pre ACC mai avrei pensato potessero esistere!
E’ incredibile e terribile insieme come ACC – come purtroppo credo altre malattie rare – non distingua tra le diverse parti del mondo, i ceti sociali ed il sesso delle persone.
E’ fondamentale per me comunque il fatto di sapere di non essere soli e di poter parlare, sfogarsi e consigliarsi con persone che vivono la nostra stessa situazione.
Quindi a chi si trova a vivere le stesse difficoltà che abbiamo attraversato anche noi, dico: parlate parlate e poi ancora parlate. Cercate gruppi di auto aiuto, associazioni di genitori ed eventualmente fate una chiaccherata con uno psicologo se ne sentite la necessità.
Non isolatevi e non abbandonate la speranza: a tutto c’è rimedio ed il tempo lenisce le ferite.
L’amore mi ha spiegato ogni cosa, l’amore ha risolto tutto per me. Perciò ammiro questo amore ovunque esso si trovi.
Papa Giovanni Paolo II (Karol Wojtyla)